Comunicato stampa 10 nov. 2010

Post date: Nov 10, 2010 5:38:19 PM

Cavallerizzo di Cerzeto, 10.11.2010

Oggetto: Risposta alla missiva del Comune di Cerzeto inviata alla gente di Cavallerizzo nel periodo settembre-ottobre 2010 per la richiesta degli atti di proprietà delle case.

Dopo la incomprensibile visita di Bertolaso dello scorso 16 settembre nel cantiere di Cerzeto, ai cittadini di Cavallerizzo viene recapitata una ancora più incomprensibile lettera raccomandata da parte del Comune di Cerzeto. Il contenuto di tale lettera ha veramente dell’incredibile! Si legge, nella raccomandata, che lo scopo di tale missiva e quello di “avviare la predisposizione degli atti preliminari al trasferimento degli immobili ricostruiti…” e, continua: “A tal uopo si invita la S.V. a produrre, consapevole di quanto disposto dall’articolo 495 del C.P., una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà ai sensi dell’articolo 47 del D.P.R. 28 dicembre, n. 445, che si allega alla presente nota, attestante il diritto di proprietà o altro titolo reale di godimento sull’immobile sito nella frazione Cavallerizzo del comune di

Cerzeto (CS), precisando…”, segue la richiesta di precisare se si è proprietari a titolo esclusivo, comproprietari o altro. La lettera prosegue precisando che, nel caso in cui il destinatario sia veramente proprietario, questi deve “… presentare, di persona o tramite un suo rappresentante munito di apposito atto di delega o a mezzo raccomandata A/R, copia del titolo di proprietà della particella di cui trattasi (atto di acquisto, atto di successione e/o donazione, ecc.)”.

Tutto ciò appare paradossale ed incredibile al tempo stesso. Si fa richiesta di documenti che dovrebbero essere nella disponibilità della pubblica amministrazione ormai da anni.

Come hanno fatto a costruire le case se non sulla base di questi dati? Sembra, invece, che la Protezione Civile Nazionale, spinta dalla sua furia cementificatrice, abbia ricostruito tutto ciò che a Cavallerizzo aveva le vaghe sembianze di un fabbricato; non importava se questo fosse accatastato o lo fosse solo in parte, oppure se fosse parzialmente o totalmente abusivo o, ancora, se fosse munito o meno del certificato di abitabilità. Non si sono preoccupati nemmeno di identificare i legittimi proprietari (come attesta la lettera), e adesso si affannano a cercarli.

Inoltre, urge sottolineare che, mentre sono stati impiegati tantissimi milioni di euro per edificare un nuovo, squallido, insediamento popolare, nulla è stato speso per la salvaguardia del paese originario. Cavallerizzo (minoranza etnica, storica e linguistica “Arbereshe”, risalente al 1470 d.c.) rimane ancora abbandonato, ma integro come da secoli in quanto solo l’11,5% è stato colpito dalla frana del 2005.

Vige, da quasi 6 anni, uno stato di emergenza senza che né il Comune di Cerzeto né la Protezione Civile o altri Enti abbiano attuato o programmato un benché minimo intervento di bonifica della frana.

Ci domandiamo se in tutto ciò non ci sia qualcosa di poco lecito, se ci siano gli estremi di una denuncia per spreco di denaro pubblico. In tal caso sarebbe più che opportuno l’intervento chiarificatore della Magistratura.

Chiudiamo con la ciliegina sulla torta. Il Comune pretende una risposta a tale lettera nel termine perentorio di trenta giorni altrimenti, si legge testualmente,: “Il mancato riscontro a quanto richiesto sarà valutato ai fini dell’assegnazione dell’immobile sostitutivo”. Una frase quest’ultima che suona sibillina, quasi minacciosa, non si capisce cosa si intende con “sarà valutato”, se l’avente diritto risponde dopo

quaranta giorni anziché trenta, il Comune ha la facoltà di non assegnare “l’immobile sostitutivo”?

È chiaro che non è così. Suggeriamo, pertanto, agli amministratori del Comune di Cerzeto di non arrogarsi prerogative che non hanno e che non avranno mai.

Resta il fatto che, la missiva di cui in oggetto, ripete di nuovo, come da anni, la solita formuletta magica alla gente di Cavallerizzo: “…al fine di predisporre gli atti preliminari al trasferimento degli immobili ricostruiti…”. Tale frase, ridicola, serve solo a giustificare il tempo perso sinora e prenderne dell’altro, dato che il nuovo quartiere popolare è ancora incompleto e i tempi sono già slittati di un anno. A questo punto gli attori della crudele ed insensata delocalizzazione di Cavallerizzo farebbero meglio a tacere, dato che di bugie e promesse non esaudite ne hanno già dette tante.

Il Consiglio Direttivo